VENERDI' SANTO - Processione dei Misteri

Il Venerdì Santo è ancora un giorno di adorazione e silenzio per tutta la Chiesa.
In questo giorno, per antichissima tradizione, non si celebra l’Eucaristia, ma la Passione del Signore. Nella chiesa silenziosa e spoglia di ogni ornamento, i fedeli ascoltano il racconto della Passione e, quando il lettore giunge all’istante in cui Gesù muore, tutti s’inginocchiano e pregano in assoluto silenzio.
Giunto il momento dell’adorazione della croce, il sacerdote avanza dal fondo della chiesa portando una grande croce ricoperta di un panno viola; intonando per tre volte una preghiera e scoprendo man mano la croce, il celebrante raggiunge l’altare e depone la croce, che poi sarà venerata singolarmente da tutti i fedeli.
Al termine dell’adorazione della croce, all’invocazione “Vieni Maria, vieni a prendere tuo figlio!”, dal fondo della chiesa avanza la statua della Vergine Addolorata, che, giunta nei pressi dell’altare, riceve tra le sue braccia la croce del figlio. Conclusa questa funzione, ha inizio la processione dei Misteri.
Dalle varie parrocchie escono le statue in cartapesta raffiguranti i vari momenti della Passione di Cristo: Gesù dinanzi a Ponzio Pilato, Gesù incontra la Veronica, La crocifissione di Gesù, La deposizione dalla croce, La Pietà, La bara di Gesù ed infine la Vergine Addolorata che, da ultima, accompagna il Figlio morto.

Le statue, bordate di nero in segno di lutto, sono precedute dagli emblemi delle varie Confraternite religiose del paese e sono affiancate da giovani donne, anch’esse vestite di nero, le quali portano i “lacci”.
Tutti questi gruppi statuari confluiscono in Piazza Plebiscito e, solo dopo essersi sistemati secondo un ordine ben stabilito, si procede ad attraversare le vie principali del paese.
Questa straziante processione è accompagnata dalla banda, che esegue marce funebri tristi e solenni, e da antiche canzoni in lingua dialettale, che, simili alla “naccarata”, cioè il lamento che un tempo veniva fatto sulla bara quando moriva un familiare, illustrano gli strazi ed i tormenti patiti dal Cristo.
Anticamente alla processione dei Misteri partecipavano dei ragazzi che suonavano le “troccole”, strumenti musicali tipicamente contadini.
A notte inoltrata, dopo aver ascoltato la predica del cosiddetto “predicatore”, cioè un sacerdote forestiero giunto in paese per affiancare i sacerdoti del posto nelle varie celebrazioni, la processione lentamente si scioglie e le varie statue ritornano nelle parrocchie di appartenenza.









- Testo tratto dal sito http://www.rioneterravecchia.com.
- Foto tratte dal sito http://www.pisticci.com.